Anche i bambini vogliono essere ascoltati
Anche i bambini vogliono essere ascoltati

Anche i bambini vogliono essere ascoltati

Viviamo con i nostri 2 figli, Noah* e Florian*, e siamo una famiglia molto unita. Ci sono solo 17 mesi tra i nostri due figli. Questo ha portato a sviluppare un rapporto tra di loro molto intenso nel corso degli anni. Due ragazzi che spesso si cercano e si trovano, si confrontano, si apprezzano ma anche spesso litigano ferocemente; a volte anche fisicamente.

Non troppo tempo fa, loro (e noi con loro) stavano attraversando un periodo molto conflittuale. Cominciavano sempre prendendosi in giro, all’inizio per gioco – ma poi di solito finiva con una lotta seria, spesso piuttosto selvaggia (dal nostro punto di vista). Come genitori avevamo deciso di non interferenza nei loro conflitti – a meno che l’integrità fisica di uno di loro fosse in pericolo.

Negli incontri per genitori tenuti da Paola e Peter, siamo venuti in contatto col metodo “The Way of Council” – una forma di comunicazione mindful. È un metodo di dialogo circolare in cui si ascolta e si parla con tutto il cuore. Non si tratta di scambiare opinioni o di fare discussioni, ma semplicemente di raccontare storie.

Dopo averlo sperimentato come una forma di comunicazione molto arricchente e utile per noi, abbiamo voluto provarlo anche con i nostri figli. Eravamo infastiditi da questi frequenti conflitti tra di loro e ci sembrava che questo metodo fosse adatto anche per la loro età.  Abbiamo parlato loro di questa forma di “sedersi intorno al fuoco e discutere di cose importanti” che gli indiani e molti altri popoli usavano e usano ancora. Ci siamo seduti su dei cuscini sul tappeto in salotto, abbiamo scelto un oggetto piccolo di legno e abbiamo chiarito che l’unica regolai questo cerchio era che solo chi avesse quell’oggetto in mano aveva diritto di parola; infine, li abbiamo invitati a parlare solo di se stessi e non di quello che ha fatto l’altra persona.

Abbiamo iniziato il cerchio noi genitori,  parlando di come ci sentiamo quando li vediamo litigare. Poi i bambini si sono uniti raccontando e in parte accusando. Dopo un breve richiamo a parlare di se stessi, il nostro primo cerchio di famiglia ha funzionato abbastanza bene. Si sono ascoltati a vicenda e hanno anche introdotto una regola: basta dire STOP per fermarsi e non passare così facilmente dal gioco alla lotta. In seguito, nostro figlio minore ha detto che dovremmo farlo più spesso, perché ci sono tante cose di cui si può parlare ed essere ascoltati.  Nei mesi successivi, abbiamo notato un miglioramento evidente nella loro relazione. 

Abbiamo fatto altri cerchi di parola nella nostra famiglia, finché il figlio maggiore ha detto non voleva più farlo. Per noi non si trattava di mantenere un metodo, ma di imparare la qualità della comunicazione tra di noi.


*Questa storia ci è stata raccontata da una coppia che da tanto tempo partecipa alle nostre offerte per genitori e ai corsi di Mindfulness per genitori in Austria, aprile 2020.